Leggendo uno dei MERAVIGLIOSI testi di Bruno D'Amore mi imbatto in un paragrafo in cui parla di quanto spesso gli insegnanti di scuola primaria si trovino ad insegnare la MATEMATICA senza AMARLA, anzi...spesso costretti ad insegnarla nonostante preferiscano insegnare italiano o storia. Questa purtroppo è una realtà troppo evidente e lo è anche e soprattutto agli occhi dei nostri alunni. Se gli venisse posta la domanda:
"IL TUO INSEGNANTE AMA LA MATERIA CHE INSEGNA?"
Cosa risponderebbero?Durante i miei anni di università, nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria, mi imbattevo spesso in compagni di corso che affrontavano le materie scientifiche pregando di non doverle MAI insegnare perché non solo non le amavano, ma non le capivano, sentondo di non essere idonei ad insegnarle, di essere a disagio.
La MATOFOBIA di recente è stata certificata come "difficoltà" legata all'apprendimento e allo studio della matematica.Spesso nasce all’interno delle aule. I bambini nascono con una grande voglia e capacità di imparare ma ciò che accade all'interno dei vari contesti in cui il bambino incontra il sapere ovviamente lo influenza.Proprio in tali contesti l’allievo si ritrova a confrontarsi con alcuni problemi la cui soluzione non è del tutto immediata. Se si sente impotente di fronte al determinare la tanto cercata e ricercata soluzione, matura un senso di sconforto che, ciclicamente, potrebbe ripresentarsi, accrescendo il senso di incapacità. In questo modo il bambino e il ragazzo, ma anche l'adulto, partoriscono l’idea che la matematica sia una disciplina astrusa e solamente per pochi eletti. In realtà le abilità matematiche non sono congenite, ma vanno sviluppate nel corso della vita. L’ansia è quindi una delle cause principali della matofobia e nasce dall’associazione, da parte degli studenti, della matematica a esperienze di insuccesso nell’arco della loro vita.
Ci sono forti convinzioni secondo le quali la matematica richiede una grande memoria e non possiede degli aspetti creativi. È diffusa l’opinione secondo la quale gli argomenti matematici siano di elevata entità intellettuale e per pochi, dimenticando che tutti gli individui fanno matematica, spontaneamente, automaticamente e senza rendersene conto. L’idea che ancora oggi regna è quella dell’antica credenza secondo la quale esiste una distinzione tra “persone intelligenti” e “persone stupide” e, di conseguenza, tra “persone portate per la matematica” e “persone negate per la matematica”.
Nella matematica e nella letteratura molti sono i ganci e i punti di contatto nonostante molti credono siano entità ben distinte. Anche matematica ed arte sono in stretta connessione, ad esempio le opere di Pollock nascondono i frattali simmetrie e rotazioni così come ritroviamo tutto ciò anche in Escher. La matematica è ovunque ma in una pinacoteca o un una mostra vi accedono solo persone interessate all'arte che prenotano biglietti in largo anticipo per poter vedere i loro artisti preferiti, per la matematica invece sotti sono OBBLIGATI a studiarla all'interno della scuola per delle ORE che se calcolate per la scuola dell'obbligo arrivano ad essere circa 2000 nell'arco della vita scolastica di uno studente. MA come viene studiata? Come viene insegnata? è solo trasmissione di regole, assiomi e dimostrazione di teoremi o c'è altro dietro alle formule matematiche?Il lavoro che va fatto è pensare ad una DIDATTICA DELLA MATEMATICA più innovativa, più legata al reale; riscoprire la narrazione nella matematica soprattutto nelle classi inferiori, il lato ludico della materia per farla amare, perché la MATEMATICA SI PUO' AMARE!!!
Spesso nasce all’interno delle aule. I bambini nascono con una grande voglia e capacità di imparare ma ciò che accade all'interno dei vari contesti in cui il bambino incontra il sapere ovviamente lo influenza.
Proprio in tali contesti l’allievo si ritrova a confrontarsi con alcuni problemi la cui soluzione non è del tutto immediata. Se si sente impotente di fronte al determinare la tanto cercata e ricercata soluzione, matura un senso di sconforto che, ciclicamente, potrebbe ripresentarsi, accrescendo il senso di incapacità. In questo modo il bambino e il ragazzo, ma anche l'adulto, partoriscono l’idea che la matematica sia una disciplina astrusa e solamente per pochi eletti. In realtà le abilità matematiche non sono congenite, ma vanno sviluppate nel corso della vita. L’ansia è quindi una delle cause principali della matofobia e nasce dall’associazione, da parte degli studenti, della matematica a esperienze di insuccesso nell’arco della loro vita.
Ci sono forti convinzioni secondo le quali la matematica richiede una grande memoria e non possiede degli aspetti creativi. È diffusa l’opinione secondo la quale gli argomenti matematici siano di elevata entità intellettuale e per pochi, dimenticando che tutti gli individui fanno matematica, spontaneamente, automaticamente e senza rendersene conto. L’idea che ancora oggi regna è quella dell’antica credenza secondo la quale esiste una distinzione tra “persone intelligenti” e “persone stupide” e, di conseguenza, tra “persone portate per la matematica” e “persone negate per la matematica”.
Nella matematica e nella letteratura molti sono i ganci e i punti di contatto nonostante molti credono siano entità ben distinte. Anche matematica ed arte sono in stretta connessione, ad esempio le opere di Pollock nascondono i frattali simmetrie e rotazioni così come ritroviamo tutto ciò anche in Escher. La matematica è ovunque ma in una pinacoteca o un una mostra vi accedono solo persone interessate all'arte che prenotano biglietti in largo anticipo per poter vedere i loro artisti preferiti, per la matematica invece sotti sono OBBLIGATI a studiarla all'interno della scuola per delle ORE che se calcolate per la scuola dell'obbligo arrivano ad essere circa 2000 nell'arco della vita scolastica di uno studente. MA come viene studiata? Come viene insegnata? è solo trasmissione di regole, assiomi e dimostrazione di teoremi o c'è altro dietro alle formule matematiche?
Il lavoro che va fatto è pensare ad una DIDATTICA DELLA MATEMATICA più innovativa, più legata al reale; riscoprire la narrazione nella matematica soprattutto nelle classi inferiori, il lato ludico della materia per farla amare, perché la MATEMATICA SI PUO' AMARE!!!
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